Milton Friedman e la teoria Monetarista



**Milton Friedman** (1912-2006) è stato un economista americano, vincitore del Premio Nobel per l’economia nel 1976. È noto per le sue idee innovative e per aver svolto un ruolo centrale nel movimento economico neoliberista. Con il suo lavoro su teoria monetaria, politiche pubbliche e filosofia economica, Friedman ha sfidato il pensiero economico dominante del suo tempo, sostenendo la superiorità del libero mercato rispetto all’intervento governativo per garantire la crescita economica e la stabilità. Le sue teorie hanno influenzato in modo significativo l’economia moderna e molte politiche economiche in tutto il mondo.


Vita e Formazione


Nato nel 1912 a Brooklyn, New York, Friedman ha frequentato l’**Università di Rutgers**, dove ha scoperto la sua passione per l’economia. Successivamente, ha ottenuto un master in economia all’**Università di Chicago** e un dottorato alla **Columbia University**. Durante la sua carriera, ha insegnato presso diverse università, inclusa l’Università di Chicago, dove è diventato uno dei principali esponenti della cosiddetta **Scuola di Chicago**, un gruppo di economisti che ha promosso l’economia di libero mercato.


La Teoria Monetarista


Uno dei principali contributi di Friedman all’economia è la **teoria monetarista**, che sottolinea l’importanza del controllo dell’offerta di moneta per la stabilità economica. Friedman riteneva che l’inflazione fosse principalmente causata da un eccesso di moneta in circolazione e che le banche centrali dovessero concentrarsi sul controllo della crescita dell’offerta monetaria piuttosto che intervenire direttamente nell’economia.


La sua teoria monetarista si opponeva al keynesismo, che allora dominava il pensiero economico e sosteneva l’intervento attivo del governo per stabilizzare l’economia. A differenza di Keynes, che credeva che la domanda aggregata fosse il fattore chiave per la crescita economica e la stabilità, Friedman sosteneva che l’intervento del governo spesso aggravasse le fluttuazioni economiche. La sua frase **“L’inflazione è sempre e ovunque un fenomeno monetario”** sintetizza la sua convinzione che l’inflazione sia causata dall’aumento eccessivo dell’offerta di moneta, e non dalla domanda di beni e servizi.

 La Teoria del Tasso Naturale di Disoccupazione


Un altro importante contributo di Friedman è la **teoria del tasso naturale di disoccupazione**. Friedman riteneva che esistesse un livello di disoccupazione “naturale” che l’economia tende a mantenere nel lungo periodo. Secondo la sua teoria, se il governo o la banca centrale cercano di ridurre la disoccupazione al di sotto di questo livello naturale tramite politiche monetarie espansive, l’effetto sarà solo temporaneo. A lungo termine, le pressioni inflazionistiche si intensificheranno, riportando la disoccupazione al suo livello naturale, ma con prezzi più elevati.


Questa idea è strettamente legata alla **curva di Phillips**, che mostrava una relazione inversa tra disoccupazione e inflazione. Friedman mise in discussione questa relazione, affermando che nel lungo periodo la curva di Phillips è verticale, perché la disoccupazione ritorna al suo livello naturale indipendentemente dall’inflazione. Questa teoria ha avuto un grande impatto sulle politiche economiche, in particolare negli anni ’70, quando molti paesi hanno sperimentato fenomeni di **stagflazione** (inflazione elevata combinata con alta disoccupazione) che il modello keynesiano non riusciva a spiegare adeguatamente.


 Liberalismo Economico e Riduzione dell’Intervento Governativo


Friedman era un convinto sostenitore del liberalismo economico e credeva che il mercato fosse il modo più efficiente per allocare le risorse. La sua filosofia si basava sull’idea che le persone, lasciate libere di fare le proprie scelte economiche, tendono a prendere decisioni più vantaggiose per sé e, di riflesso, per la società. In quest’ottica, Friedman era contrario all’eccessiva regolamentazione e sosteneva la **privatizzazione** e la **deregulation**.


Uno dei suoi libri più celebri, *Capitalism and Freedom* (1962), riassume molte delle sue idee: secondo Friedman, la libertà economica è fondamentale per la libertà politica. Credeva che il governo dovesse limitarsi a ruoli essenziali, come la difesa e la tutela della proprietà privata, lasciando il resto all’iniziativa privata.


Il Reddito di Base e la Tassa Negativa sul Reddito


Oltre alla teoria monetarista, Friedman era anche un innovatore nel campo delle politiche sociali. Ha proposto un sistema di **tassa negativa sul reddito**, una forma di reddito di base destinata alle persone a basso reddito. L’idea era quella di sostituire il welfare tradizionale con un sistema in cui chi guadagna meno di una certa soglia riceve un sussidio, invece di pagare le tasse. Questo approccio avrebbe ridotto la burocrazia, semplificato il sistema di welfare e fornito un sostegno minimo garantito senza scoraggiare le persone a cercare lavoro.


Il Ruolo di Milton Friedman nelle Politiche Internazionali


Le teorie di Friedman hanno influenzato non solo gli Stati Uniti, ma anche le politiche economiche di altri paesi. Negli anni ’70 e ’80, molti governi hanno adottato politiche monetariste ispirate al suo lavoro, come il **Reaganismo** negli Stati Uniti e il **Thatcherismo** nel Regno Unito. Anche in America Latina, le sue idee hanno avuto una forte influenza, soprattutto in Cile, dove l’economia del paese fu riorganizzata secondo i principi della Scuola di Chicago.


Critiche a Milton Friedman


Nonostante la sua influenza, le teorie di Friedman non sono prive di critiche. Gli oppositori sostengono che la fiducia nel libero mercato possa portare a disuguaglianze economiche e a problemi sociali. Alcuni sostengono che la riduzione dell’intervento governativo porti a situazioni di squilibrio economico e che i mercati non siano sempre in grado di autoregolarsi efficacemente. Inoltre, il suo sostegno alla deregolamentazione è stato contestato in seguito alla crisi finanziaria del 2008, che ha evidenziato i rischi di un sistema finanziario privo di controlli adeguati.


L’Eredità di Milton Friedman


Milton Friedman ha lasciato un’impronta duratura nel mondo della teoria economica e delle politiche pubbliche. Le sue idee hanno influenzato profondamente la politica economica globale, rendendo il monetarismo una delle teorie economiche più studiate e applicate nel ventesimo secolo. Anche oggi, molte delle sue proposte, come il reddito di base e l’indipendenza delle banche centrali, continuano a essere temi di dibattito.


Friedman ha contribuito a una maggiore comprensione delle dinamiche economiche e ha fornito un’alternativa teorica al keynesismo che ha dominato gran parte del ventesimo secolo. La sua convinzione nella libertà individuale e nel potere del mercato ha plasmato la politica economica moderna, portando a una maggiore enfasi sul libero mercato e sulla responsabilità individuale. 

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